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Regione decarbonizzata? Chiedi a CIRO
ALLA SCOPERTA DEL PIONERISTICO MONITOR
“Climate Indicators for Italian RegiOns“
ALLA SCOPERTA DEL PIONERISTICO MONITOR
“Climate Indicators for Italian RegiOns“
Una regione decarbonizzata è una regione che ha raggiunto la neutralità climatica, ovvero le sue emissioni di gas serra nette sono pari a zero. Per sapere come sta performando la regione in cui vivi e conoscere come è piazzata in confronto alle altre regioni italiana, adesso c’è uno strumento in più. CIRO!
Chi segue il nostro blog, sa bene che uno dei primi step dei nostri progetti è quello di identificare un modello di indicatori, e relativi processi di misura, per monitorare i risultati delle azioni implementate, i successi e le aree di miglioramento da cogliere con apposite correzioni (nella fase di fine tuning).
Ho scritto in passato del “Environmental Performance Index (EPI)” nel nostro articolo che trovi qui: https://sjconsulting.safejoe.com/epi-2020-global-ranking/.
Qui vorrei parlare di un set di indicatori, messi a disposizione gratuitamente per tutti su piattaforma gratuita, relativi al processo di “decarbonizzazione” italiana.
Parliamo di CIRO…
CIRO è l’acronimo di “Climate Indicators for Italian RegiOns” ed è il primo database in Italia che raccoglie i dati ambientali delle Regioni italiane, li rielabora in in indicatori e li mette a confronto, anche in logica evolutiva, per guidare i governi regionali nel processo di decarbonizzazione dei propri territori e nel raggiungimento degli obiettivi climatici.
Sviluppato da Italy for Climate, in collaborazione con Ispra, è stato presentato presentato il 29 Febbraio u.s. a KEY – The Energy Transition Expo (IEG), la manifestazione di IEG (Italian Exhibition Group) sulla transizione energetica.
Celeberrima – e faro del management
You can’t manage what you don’t measure
Peter Drucker
I nostri clienti
hanno visto come implementiamo il sinottico di indicatori.
Un esempio concreto, applicato ad una acciaieria d’eccellenza italiana, lo trovi nel post SOSTENIBILITÀ D’ACCIAIO-il caso A2A+ALFA ACCIAI.
Ma qui parliamo di regioni, e vogliamo capire come un’area di può fregiare del titolo di “regione decarbonizzata”.
Per fornire al dibattito pubblico e alle Amministrazioni locali, un quadro completo e aggiornato che consenta di identificare le aree di miglioramento e le migliori pratiche da adottare, occorre elaborare i dati in indicatori “sintetici”, che permettano di avere dei veri e propri KPI, dei misuratori compositi di performance.
In CIRO gli indicatori elaborati per misurare se una regione è decarbonizzata (e in quale misura) sono 26, suddivisi in 8 aree tematiche: emissioni, energia, rinnovabili, edifici, industria, trasporti, agricoltura e vulnerabilità.
Nella figura una panoramica degli indicatori suddivisi nelle varie tematiche.
La metodoogia completa la trovi qui https://italyforclimate.org/wp-content/uploads/Metodologia-CIRO-Database-delle-Regioni-sul-clima-febbraio-2024.pdf
Una volta che entri nel database https://italyforclimate.org/ciro-database-regioni-clima/ , puoi scegliere una delle 8 aree tematiche e ti appare
-la definizione del tema (facciamo un esempio- per il tema “INDUSTRIA” appare “L’industria è il primo settore per emissioni di gas serra in Italia ma è anche quello che le ha ridotte di più. Questo indicatore misura le emissioni prodotte dall’industria per unità di Valore Aggiunto.“)
– la cartina dell’Italia, con l’indicazione grafica del livello di performance (“sotto la media” oppure “sopra la media”) delle singole regioni.
Se ti posizioni, poi, sopra la regione di interesse ti appare la quantificazione dell’indicatore principale per quella tematica.
Adesso clicchiamo sopra la regione “per saperne di più”.
Attento….qui si entra nell’analitico!
Si può scegliere la tematica e uno degli indicatori in essa considerati.
Fatto ciò, puoi scegliere due opzioni:
-in modalità “fotografia” si vede il ranking relativo delle varie regioni (in basso la definizione dell’indicatore) – quella della figura prima, l’unica disponibile per l’indicatore scelto
-in modalità “Trend”, quando sono disponibili dati storici, viene presentata l’evoluzione nel tempo dell’indicatore.
La visualizzazione che personalmente mi piace di più è quella a “radar”, che si apprezza scendendo nella parte bassa delle pagina.
Puoi mettere a confronto la regione desiderata con la media italiana, oppure con un altra regione decarbonizzata, e leggere direttamente il valore del singolo indicatore sul grafico.
Nel menù a tendina sotto, poi, c’è il paragrafo “la regione in sintesi”, con la sintesi descrittiva delle aree della regione.
La pagina si chiude con l’area “Storie dai territori”, con una raccolta di esperienze di decarbonizzazione propria della regione in esame.
Si tratta di un focus regionale dell’omologa sezione della prima pagina, dove sono presentate le storie di tutte le regioni.
Adesso facciamo una breve panoramica della 8 aree tematiche, con qualche commento sul candidato più promettente al ruolo di regione decarbonizzata.
Liguria: la regione italiana capofila nella riduzione delle emissioni pro capite di gas serra. Il valore si è ridotto del 65%, superando l’obiettivo del Green Deal per il 2030. Questo risultato è stato raggiunto principalmente grazie alla drastica riduzione dell’uso del carbone: nel 1990 rappresentava il 60% del fabbisogno energetico, mentre nel 2021 solo il 5%.
La seconda regione più performante, in termini di assorbimenti forestali, è la Toscana. Con 270 tCO2eq assorbite per ogni km quadrato di superficie, la Toscana si distingue per l’efficace gestione delle aree boschive.
Per questo motivo, intervenire sul risparmio energetico e ridurre l’utilizzo di fonti fossili è fondamentale per la transizione energetica del Paese.
Campania e Sicilia sono le regioni con i consumi finali di energia pro capite più bassi. Questo dato è favorito da un clima mite che richiede un minore fabbisogno di riscaldamento.
14 regioni italiane sono già “coal free”, ovvero hanno azzerato i consumi di carbone.
Le Regioni possono giocare un ruolo chiave nella decarbonizzazione del Paese e nello sviluppo delle filiere delle energie rinnovabili dato che, in questo ambito, hanno responsabilità amministrative cruciali per la realizzazione degli impianti.
La Valle d’Aosta si distingue per l’utilizzo di energia rinnovabile, che copre il 97,6% del totale dell’energia consumata. La regione vanta una lunga tradizione soprattutto nello sfruttamento dell’idroelettrico.
Il Veneto, invece, è leader nel numero di Comunità energetiche rinnovabili (CER) attivate, con un record di 13 solo nel 2022.
Ricordiamo che le CER sono modelli di gestione collettiva dell’energia che permettono ai cittadini di partecipare attivamente alla transizione energetica.
Gli edifici sono il settore più energivoro in Italia e il secondo per emissioni di gas serra. Per questo motivo, l’efficientamento energetico degli edifici è un obiettivo fondamentale per la decarbonizzazione del Paese.
Il Trentino si distingue per la quota di edifici in classe A negli APE (Attestati di Prestazione Energetica), la più alta in Italia.
Questo risultato è dovuto a diversi fattori, tra cui:
Nelle regioni del Sud, invece, si registrano quote record di consumi elettrici. Questo è dovuto principalmente al clima caldo, che richiede un maggiore utilizzo di condizionatori d’aria.
L’industria è il primo settore per emissioni di gas serra in Italia, ma è anche quello che negli ultimi anni le ha ridotte maggiormente.
La Lombardia si distingue per l’efficienza energetica del suo settore industriale: infatti, in rapporto al valore aggiunto, la regione registra emissioni e consumi di energia del settore particolarmente bassi.
Il settore dei trasporti è uno dei più difficili da decarbonizzare, soprattutto in Italia, dove la dipendenza dall’automobile privata è molto alta e il mercato dell’auto elettrica fatica a decollare.
Il Lazio si distingue per il suo impegno verso una mobilità più sostenibile. La regione è:
L’agricoltura è un settore strategico per la decarbonizzazione del Paese. L’adozione di pratiche agricole virtuose e una migliore gestione degli allevamenti possono contribuire a ridurre le emissioni di gas serra.
La Calabria si distingue per:
Anche la Puglia ha un settore agricolo molto performante:
La vulnerabilità alla crisi climatica espone i territori a grandi rischi per la salute delle persone e per l’economia. Diversi fattori concorrono alla vulnerabilità, su cui i territori hanno differenti gradi di responsabilità:
La Basilicata è la regione meno esposta al rischio di alluvioni, grazie a:
L’Umbria è la regione italiana che ha registrato il minor numero di eventi meteoclimatici estremi nel 2022 in rapporto alla superficie.
Adesso hai un ausilio in più, analitici quanto basta, gratuito e pubblico per agire!
Mi piace: è semplice e intuitivo. Facile da usare anche per chi non ha grande dimestichezza con la statistica, parametri indicatori del cambiamento climatico e della decarbonizzazione.
Inoltre non si ferma alla “fotografia” dello stato attuale, ma fornisce anche un’idea dell’evoluzione del territorio (e, quindi, del Paese nel suo complesso).
Poi il sottostante sono i dati ISPRA, quindi dati robusti.
Un appunto: secondo me manca un indicatore “sintetico” e “globale”, per tematica, e complessivo degli 8 temi.
Ma siamo alla prima versione…anche CIRO-Climate Indicators for Italian RegiOns crescerà!
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