Sfruttare al massimo un impianto per entrare in un nuovo...
Approfondisciinsights
PFAS-cosa sono, dove li trovi e perchè preoccupano tanto
Cosa sono, a cosa servono, dove e in quali prodotti si trovano, cosa provocano alla salute umana
Cosa sono, a cosa servono, dove e in quali prodotti si trovano, cosa provocano alla salute umana
Ci volevano anche i PFAS!
L’indagine “Acque senza Veleni” condotta da Greenpeace nel 2024 sull’inquinamento da PFAS in Italia ha mappato per la prima volta la contaminazione da PFAS nell’acqua potabile in tutte le regioni italiane, analizzando 260 campioni e monitorando 58 sostanze diverse, comprese molecole ultracorte.
L’obiettivo dell’indagine era quello di fare luce su questa forma di inquinamento e spingere le istituzioni ad adottare misure concrete per proteggere la popolazione.
Risultato? Tutti i principali operatori del Servizio Idrico Integrato si sono subito mossi per confutare, smentire, precisare i dati relativi alla loro area id servizio….in attesa di nuove regolamentazioni.
Fractional Sustainability Manager-HSEQ Chem. Eng. MBA-Innovation Lean Operations Manager - Lean 6 Sigma Green Belt
É un tema di grande attualità, e preoccupazione. Voglio fare il punto andando ad analizzare le ultime posizioni delle Istituzioni Globali e la più recente letteratura scientifica in materia.
In questa collana di post affronto questo tema dal punto di vista di un ingegnere processista, che per anni ha gestito il prelievo ed il trattamento delle acque (potabili e reflue) per importanti aziende del servizio idrico.
Dopo un breve excursus di inquadramento della problematica, indagherò le tecnologie più promettenti (le cosiddette “BAT-Best Available Techniques”) e le loro applicazioni a scala industriale.
Al termine, affrontato il tema più stringente della rimozione dei PFAS dall’acqua potabile, mi dedicherò al tema del trattamento delle acque reflue: un tema da non sottovalutare. Come progettista di impianti di trattamento acque reflue industriali, so bene che quel che non elimini ritorna in natura, e poi lo ritrovi da qualche parte, soprattutto se le sostanze – come i PFAS – sono “eterne”.
I PFAS (PerFluorinated Alkylated Substances, o in italiano. sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche) costituiscono un ampio gruppo di circa 10.000 composti chimici diversi. Questi composti chimici, prodotti dall’uomo e utilizzati nell’industria e nei prodotti di consumo a partire dagli anni ’40 per le loro proprietà, sono presenti in migliaia di varianti, alcune delle quali più ampiamente utilizzate e studiate di altre.
Negli ultimi due decenni, si è compresa meglio la presenza di altre proprietà di questi composti, che includono
Inizialmente, l’attenzione delle autorità di regolamentazione si è concentrata principalmente su due composti specifici del gruppo PFAS, a causa della loro diffusa presenza e delle potenziali implicazioni per la salute e l’ambiente:
Hai visto il film “Dark Waters”? Racconta di un caso particolarmente emblematico legato all’utilizzo del PFOA da parte della fabbrica DuPont negli Stati Uniti per la produzione di pentole antiaderenti in Teflon. Attività che ha causato una grave contaminazione ambientale nelle aree circostanti, mettendo in luce i rischi associati all’uso di queste sostanze chimiche. Se vuoi approfondire ti consiglio di leggere la ricerca “The Devil they Knew: Chemical Documents Analysis of Industry Influence on PFAS Science“.
Non solo nell’ambiente. A renderle particolarmente problematiche è anche la loro capacità di accumularsi nell’organismo e la difficoltà per quest’ultimo di eliminarle.
PFOS e PFOA sono state trovate sempre più frequentemente nella catena alimentare a causa dell’inquinamento ambientale legato alle attività industriali. Queste sostanze, infatti, sono state ampiamente utilizzate in svariati contesti. Come rivestimenti idrorepellenti e antimacchia per tessuti e tappeti, rivestimenti resistenti all’olio per prodotti di carta per uso alimentare, schiume antincendio, vernici per pavimenti e insetticidi.
Come detto si conoscono meglio gli impatti di questi due composti, ora soggetti a restrizioni a livello globale, rispetto ad altri membri della famiglia PFAS.
Tuttavia, cresce la preoccupazione per gli effetti dannosi di tutti i composti del gruppo, con evidenze che i composti meno studiati possano avere impatti negativi simili.
Inoltre, alcuni PFAS possono degradarsi in cosiddette “sostanze freccia”: PFAS a catena più corta che sono spesso più mobili e/o biodisponibili e quindi più problematici del composto originario.
Le principali vie di esposizione ai PFAS
Per la popolazione generale, le fonti di composti perfluorurati includono acqua potabile, cibo, prodotti di consumo e polvere.
I PFAS possono essere presenti in diversi contesti ambientali e materiali di uso quotidiano, tra cui:
Infine, sebbene i PFAS siano utilizzati anche in farmaci e attrezzature mediche, ci sono poche informazioni sull’esposizione attraverso queste vie.
A causa della loro diffusa produzione e utilizzo, nonché della loro capacità di muoversi e persistere nell’ambiente, le indagini mostrano che la maggior parte delle persone è stata esposta ad alcuni PFAS.
La maggior parte sono relativamente basse, ma alcune possono essere elevate, in particolare quando le persone sono esposte a una fonte concentrata per lunghi periodi di tempo.
Alcune sostanze chimiche perfluorurate possono poi accumularsi nel corpo nel tempo. I PFAS, infatti, vengono infatti trasferiti nel grembo materno dalla madre al bambino e, a meno che l’esposizione non diminuisca con l’età, la carica corporea aumenta a causa del bioaccumulo.
Le ricerche attuali hanno dimostrato che le persone possono essere esposte ai PFAS attraverso diverse vie:
Overview of PFAS exposure pathways for different human populations outside of occupational settings [Sunderland, E.M., Hu, X.C., Dassuncao, C. et al. ]
Gli uomini hanno generalmente cariche corporee e livelli sierici più elevati, perché ne eliminano meno delle donne.
Una buona notizia: per i PFAS più regolamentati, come PFOA e PFOS, sono state osservate diminuzioni costanti negli ultimi 10-20 anni in Europa. Questa diminuzione è probabilmente il risultato di una ridotta esposizione a seguito di azioni normative sui prodotti di consumo, come i materiali a contatto con gli alimenti e i tessuti.
Purtroppo, però, nonostante le diminuzioni dei livelli di PFAS a catena lunga nel sangue, le concentrazioni di PFOA e PFOS misurate nel sangue umano superano ancora i livelli di dose di riferimento dell’EFSA (European Food Safety Authority, l’agenzia dell’Unione Europea istituita nel 2002 per la sicurezza di alimenti e mangimi).
Adesso vediamo cosa dice la letteratura su quali sono i gruppi più esposti.
Negli Adulti- alcune persone hanno una maggiore esposizione ai PFAS rispetto ad altre a causa della loro professione o di dove vivono. Ad esempio, sono più esposti:
Nei bambini- poiché i bambini sono ancora in fase di sviluppo, possono essere più sensibili agli effetti dannosi di sostanze chimiche come i PFAS. In generale possono anche essere esposti più degli adulti perché:
Tutto questo come si traduce a livello di concentrazione corporea? Prendiamo il caso del Veneto.
Uno studio di biomonitoraggio nella Regione Veneto ha indagato l’esposizione umana a PFOA e PFOS nel periodo 2015-2016.
Le concentrazioni di PFOA nel sangue dei residenti di aree contaminate erano 9-64 volte superiori a quelle della popolazione di riferimento. Per il PFOS, i livelli riscontrati erano di 1,4-1,6 volte superiori.
Progetti di ricerca dell’UE, come Human Biomonitoring for Europe (HBM4EU), stanno lavorando per avere un quadro dell’esposizione ai PFAS per la popolazione, ed indagare i legami tra esposizione ed effetti sulla salute. Ma li vedremo nel prossimo articolo del blog (a proposito, se vuoi essere avvertito dell’uscita, iscriviti alla newsletter!).
L’attuale ricerca scientifica rileva che l’esposizione a determinati PFAS può portare a esiti negativi per la salute. La ricerca è ancora in corso, con due fondamentali obiettivi:
Gli attuali studi scientifici hanno dimostrato che l’esposizione a determinati livelli di PFAS può portare a:
Gli scienziati continuano a condurre, e a rivedere, il crescente corpo di ricerca sui PFAS. Tuttavia, gli effetti sulla salute associati all’esposizione a questi composti sono difficili da specificare per molte ragioni, quali:
Termina qui il primo post della serie.
Nel prossimo vedremo a che livello si attesta attualmente l’inquinamento da PFAS nel mondo, concentrandoci particolarmente sulla contaminazione in Europa e in Italia.
Se il post ti piaciuto, ti invito a condividerlo e a segnalarlo ad altri lettori che potrebbero essere interessati alla tematica.
Se hai dubbi o suggerimenti, o volessi segnalarmi degli aspetti che vorresti approfondire CONTATTAMI e ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER per essere aggiornato sulla pubblicazione dei prossimi articoli!
Sfruttare al massimo un impianto per entrare in un nuovo...
ApprofondisciAnalisi di benchmark e un quadro di programmi strategici per...
ApprofondisciSistemi di gestione integrati LEAN: garantire la sicurezza dei lavoratori,...
ApprofondisciRiceverai - AL MAX ogni 15 giorni - le nostre idee, casi pratici, approfondimenti e guide sui temi di business più attuali.
Saranno ELEMENTI UTILI per costruire il TUO VANTAGGIO COMPETITIVO.