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Modalità di diffusione del virus SARS-COV2, causa del COVID 19

E come proteggersi in condizioni normali.

In questo post, dopo aver analizzato le modalità di diffusione del nuovo coronavirus SARS-CoV2, si concluderà che acquistando i respiratori FFP2 (o, vieppiù, FFP3), quando puoi accontentarti di una mascherina chirurgica stai buttando un sacco di soldi e, privando dei necessari DPI chi ne ha veramente necessità, potresti condannare al COVID-19 il personale sanitario in prima linea a gestire l’emergenza coronavirus.

Quotidianamente i colleghi dell'”Area “ACQUISTI & PRODUZIONE – Sostenibilità“- la divisione di SJConsulting che si occupa della consulenza specializzata in ambito produzione (per questo caso specifico, della tematica Salute e Sicurezza sul lavoro), ricevono numerose quantità di domande sui dispositivi da adottare al fine di proteggersi dall’infezione del SARS-CoV2.

In questo post vorrei cercare di fare un po’ di chiarezza sulla sua propagazione (e quindi sul modo che abbiamo di difenderci).

Per fare ciò utilizzerò il materiale bibliografico redatto da Enti istituzionali (in primis, dall’OMS-Organizzazione Mondiale della Salute (o WHO) e dal ISS-Istituto Superiore di Sanità) e da accreditate organizzazioni medico-scientifiche (in parte riportato nella bibliografia che troverai in calce al post).

Qui ci focalizzeremo sulle vie di propagazione del coronavirus, quali sono i metodi per evitare il contagio e le indicazioni sui DPI (Dispositivi di Protezione Individuale) da adottare in diverse circostanze.

Approfondiremo, in particolare,

  • QUANDO è necessario l’uso di dispositivi di protezione delle vie aree, comunemente dette “respiratori” e “mascherine”, e
  • QUALI TIPI di dispositivi occorre utilizzare quando si è semplici individui non operanti in ambienti ad alto rischio di contagio.

Come il coronavirus si propaga –la catena di trasmissione

Utilizzando il grafico predisposto dall’OMS vediamo come è composta la “catena del contagio”. Nota bene: la trasmissione si realizza solo quando tutti gli anelli sono presenti e quindi la catena è completamente chiusa.

Catena di infezione - coronavirus SARS-CoV2

L’ AGENTE INFETTIVO (il coronavirus, in particolare quello attualmente scatenante l’emergenza mondiale, il SARS-CoV2) deve insidiarsi in un individuo e accrescersi in numero fino a contaminarne i tessuti polmonari. L’individuo infetto diventa quindi una FONTE. Dalla FONTE il virus esce tramite le VIE DI USCITA e, mediante il MODO DI TRASMISSIONE, attraverso i CANALI DI ENTRATA, si insedia in un altro individuo, denominato PORTATORE SUSCETTIBILE. Quest’ultimo diventa la FONTE di un’altra catena con cui si generano – con meccanismo a catena, tipo la reazione chimica tipica delle esplosioni, tanto per intenderci -altre FONTI che propagano l’epidemia.

L’unico modo di fermare l’epidemia è quello di rompere la catena di trasmissione interrompendone la continuità.

Modalita’ di trasmissione del coronavirus COVID-19

Allo stato attuale delle conoscenze, le modalità di trasmissione conosciute sono.

1-Attraverso le goccioline respiratorie (“respiratory droplets”)


quando una persona è in stretto contatto (entro 1 m) con qualcuno che ha la sintomatologia del COVID19 (ossia presenta tosse secca o starnuti) ed è quindi a rischio di avere le proprie mucose (bocca e naso) o congiuntiva (occhi) esposta a goccioline respiratorie potenzialmente infettive. Le goccioline in questione si considera abbiano un diametro maggiore di  5-10 μm.

2-Vie di contatto

Si è rilevato statisticamente che la trasmissione di goccioline può avvenire anche attraverso “fomiti” (fomito o fomi è qualsiasi oggetto inanimato che, se contaminato o esposto ad agenti infettivi, può trasferire la malattia a un nuovo ospite) nell’ambiente circostante intorno alla persona infetta. Pertanto, la trasmissione del coronavirus COVID-19 può avvenire anche per contatto diretto con persone infette e contatto indiretto con le superfici nell’ambiente circostante o con oggetti utilizzati sulla persona infetta (ad es. stetoscopio o termometro).

3-Trasmissione aerea

La trasmissione aerea, diversa dalla trasmissione di goccioline, si riferisce alla presenza di microbi all’interno di una gocciolina di aerosol sospeso in aria. Tali nuclei, che sono generalmente considerati particelle con diametro <5μm, sono generate dall’evaporazione di goccioline più grandi o possono essere adsorbite su particelle di polvere. Possono rimanere in aria per lunghi periodi di tempo e portare il contagio ad altri su distanze anche superiori a 1 m.

Ad oggi, alcune pubblicazioni scientifiche forniscono prove iniziali sulla possibilità di rilevare il coronavirus COVID-19 nell’aria e quindi potenzialmente provare la trasmissione nell’aria. Tuttavia, la macchina utilizzata dagli studiosi in laboratorio per generare l’aerosol è un apparecchio ad alta potenza, che non riflette le normali condizioni di tosse umana. Inoltre, è importante notare che il metodo utilizzato nello studio per rilevare il RNA virale nei campioni ambientali (saggio PCR – Polymerase chain reaction) non è comunque indicativo di virus vitali, ossia trasmissibili ed infettanti.

D’altro canto vi sono segnalazioni di ambienti in cui sono stati ammessi pazienti sintomatici COVID-19 e in cui non è stato rilevato nei campioni di aria il RNA COVID-19.  

L’OMS conclude che, in un contesto di COVID-19, la trasmissione aerea può essere possibile in circostanze mediche specifiche che generano aerosol (quali ad esempio l’ intubazione endotracheale, la ventilazione manuale prima dell’intubazione, rotazione del paziente, rianimazione cardiopolmonare). Nell’analisi di 75.465 casi COVID-19 in Cina, dispersi nell’aria la trasmissione non è stata segnalata.

4-Trasmissione fecale-orale

Vi sono prove che l’infezione da COVID-19 può portare a infezione intestinale ed essere presente nelle feci. Tuttavia, ad oggi solo uno studio ha riscontrato il virus COVID-19 in un campione di feci e non è stata registrata finora nessuna segnalazione di trasmissione fecale-orale del virus COVID-19.

Concludendo l’OMS –al 19/03/2020 – ritiene che sulla base delle prove disponibili, il virus SARS-CoV2 sia trasmesso tra le persone attraverso uno stretto contatto e goccioline, non per trasmissione aerea. Le persone più a rischio di infezione sono coloro che sono in stretto contatto con un paziente COVID-19 o che si prende cura dei pazienti COVID-19.

I DPI PER PROTEGGERSI DAL CORONAVIRUS COVID-19 – RESPIRATORI E MASCHERINE

Come per la protezione della salute contro gli agenti biologici patogeni (tra i quali rientra il coronavirus  SARS-CoV2 responsabile del COVID-19) le misure da attuare sono di vario tipo: infrastrutturali (design degli ambienti e di misure di protezione generale), procedurale (prassi e metodi) e –come ultima istanza – anche di protezione individuale.


Sulla base dei meccanismi di trasmissione scientificamente provati, le organizzazioni istituzionali per la salute ritengono che le misure di prevenzione (procedurali e individuali) da adottare per contrastare il diffondersi dell’epidemia siano

  1. eseguire frequentemente l’igiene delle mani, strofinandole per almeno 20 secondi con un gel a base alcolica (se le mani non sono visibilmente sporche) o con acqua e sapone se, invece, sono sporche
  2. evitare di toccare gli occhi, il naso e la bocca
  3. praticare l’igiene respiratoria tossendo o starnutendo in un gomito o tessuto piegato e quindi procedendo immediatamente allo smaltimento del tessuto
  4. indossare una mascherina medica se si ha sintomi respiratori attribuibili al COVID-19 e procedere ad una scrupolosa igiene delle mani dopo lo smaltimento della mascherina
  5. mantenimento della distanza sociale (almeno 1 metro) da persone con sintomi respiratori

Ulteriori precauzioni sono richieste agli operatori sanitari per proteggersi e impedire la trasmissione nel contesto sanitario.

Proteggersi dal coronavirus COVID-19-RESPIRATORI E MASCHERINE CHIRURGICHE

Rimandando ai nostri articoli di approfondimento (in particolare “DPI PER LA PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE (APVR): cosa sono, quando adottarli e come usarli.”), ci tengo a precisare che nella letteratura in materia troverai la denominazione “RESPIRATORI” (o, in inglese, “respirators”) e MASCHERINE CHIRURGICHE (“medical mask”).

·        RESPIRATORI (N95 o FFP2)



Un respiratore (N95 o FFP2 contro il particolato) è un dispositivo di protezione delle vie respiratorie progettato per ottenere una perfetta aderenza del viso e una filtrazione molto efficiente delle particelle sospese nell’aria. Sono progettati per formare un sigillo attorno al naso e alla bocca. I respiratori chirurgici sono comunemente usati in ambito sanitario e sono un sottoinsieme dei respiratori con filtro facciale (FFR), spesso indicati come N95 o FFP2.

Sono veri e propri DPI certificati per riuscire a filtrare almeno il 95% delle particelle sospese nell’aria, inclusa l’eventuale presenza di droplet contenenti coronavirus.

3M RESPIRATORE AURA 9322+ CON VALVOLA / FFP2

NOTA BENE: N95 e’ una sigla prettamente utilizzata in USA, mentre in EUROPA, la certificazione in materia (quella che permette l’apposizione del marchio CE) li identifica come FFP2. La differenza con le FFP3 (superiore) e FFP1 (inferiore) è relativa alla “efficienza minima filtrante” (approfondisci qui).

·        MASCHERINE

Re-breathe mascherina chirurgica protettiva COVID-19 SAFEJOE
Re-breathe mascherina contro coronavirus COVID-19-SAFEJOE

 

 

 

Una maschera medica è un dispositivo, normalmente non lavabile e quindi usa e getta, che crea una barriera fisica tra la bocca e il naso di chi lo indossa e i potenziali contaminanti nell’ambiente prossimo.
I bordi della maschera, diversamente dai respiratori, non sono progettati per formare un sigillo attorno al naso e alla bocca.

Uso razionale dei respiratori/mascherine per la protezione dal coronavirus COVID-19

I DPI devono essere utilizzati in base al rischio di esposizione (ad es. tipo di attività) e la dinamica di trasmissione del patogeno (ad es. contatto, gocciolina o aerosol). Da tali fattori scaturisce il fattore di protezione che il dispositivo di protezione deve assicurare.

A tal proposito, ti consigliamo di leggere il nostro articolo “Come misurare la protezione con mascherine (al tempo del coronavirus COVID-19).

Un uso eccessivo di DPI, o l’utilizzo di dispositivi sproporzionati rispetto al rischio, ha un impatto negativo sul loro approvvigionamento causandone carenza e privandone gli individui che invece ne avrebbero realmente necessità per aiutare la popolazione colpita, preservando la propria salute.

Strategie consigliata da OMS per ottimizzare la disponibilità dei DPI

Prima regola – IL DISTANZIAMENTO SOCIALE

Sulla base di quanto suddetto, ossia che il percorso di trasmissione da uomo a uomo del coronavirus COVID-19 avviene tramite goccioline respiratorie, il rischio di insorgenza vi è solo quando si è a “stretto contatto” (nel raggio di 1 metro) da un individuo sintomatico. Quest’ultimo – starnutendo e tossendo (ecco perché deve essere “sintomatico”)- espelle le goccioline respiratorie potenzialmente infettive.

Recentemente si sono fatte ipotesi sulla contagiosità di persone asintomatiche, ma allo stato attuale non vi sono riscontri scientifici.

SITUAZIONI -> RISCHI -> DISPOSITIVI DA UTILIZZARE

Oltre al distanziamento sociale, indossare una protezione delle vie respiratorie (respiratore o mascherina ) è una delle misure di prevenzione che può limitare la diffusione delle malattie respiratorie, tra cui COVID-19.

Si noti che, tuttavia, l’utilizzo della sola maschera è insufficiente a fornire un livello adeguato di protezione: devono infatti essere adottate anche altre misure, tra le quali la principale è l’igiene delle mani.

Indossare DPI per la protezione delle vie respiratorie SPROPORZIONATI RISPETTO AL RISCHIO può provocare

  • indisponibilità per gli individui che ne hanno davvero bisogno
  • costi inutili (tra cui gli oneri di approvvigionamento, via via sempre più crescenti)
  • creare un falso senso di sicurezza che può portare all’abbandono di altri elementi essenziali (il distanziamento e le pratiche di igiene delle mani) .

Inoltre, usando le maschere in modo errato può compromettere  la loro efficacia nel ridurre il rischio di trasmissione.

Vediamo adesso le diverse situazioni (a cui è associato il rischio di esposizione) e le condizioni di salute dell’individuo.

PRESENZA IN SPAZI COMUNI

Gli individui senza sintomi respiratori dovrebbero:
  • evitare gruppi di persone e spazi chiusi e affollati
  • mantenere una distanza di almeno 1 metro da qualsiasi persona con sintomi respiratori (ad esempio tosse, starnuti)
  • eseguire frequentemente l’igiene delle mani, usando un gel a base alcolica (se con mani non visibilmente sporche) oppure con acqua e sapone, quando invece le mani sono sporche
  • coprire il naso e la bocca con un gomito piegato o carta tessuto in caso di tosse o starnuti, smaltire il tessuto immediatamente dopo l’uso ed eseguire accuratamente l’igiene delle mani

Non è necessaria una mascherina medica per le persone che non sono malate in quanto non vi è alcuna prova della sua utilità nel proteggerli. Possono tuttavia essere indossate per proteggere da momentanee “invasioni” dell’area di 1 metro ed evitare la tensione nervosa legata al timore di essere contagiati, oltreché a proteggere gli altri nel caso in cui si sia positivi e asintomatici o con sintomi lievi.

Se si usano maschere, devono essere seguite scrupolosamente le istruzioni su come indossare, rimuovere (puoi vedere qui il metodo corretto) e smaltirli, oltreché naturalmente per l’igiene delle mani dopo la rimozione.

Gli individui con sintomi respiratori dovrebbero:
  • indossare una mascherina chirurgica e cercare assistenza medica non appena possibile se hanno febbre, tosse e difficoltà respiratorie
  • seguire i consigli seguenti per quanto riguarda la maschera appropriata in caso di quarantena

QUARANTENA DOMICILIARE

Gli individui in quarantena domiciliare (senza sintomi o con sintomi lievi)

Queste persone (in isolamento domicialire perché positivi, o sospetti positivi) devono utilizzare una mascherina medica, indossandola il più a lungo possibile (se tollerata) e cambiarla almeno una volta al giorno.

Nel caso siano lavabili e quindi riutilizzabili, prevederne almeno 3/5 a persona per garantire la disponibilità di mascherine pronte all’uso mentre le altre sono in lavaggio.

Rimangono strettamente necessarie le altre precauzioni già viste, aggiungendo il ricambio completo dell’aria presente negli ambienti con la maggiore frequenza possibile.

Le persone che li assistono

Devono indossare una mascherina chirurgica (basta quella) quando entrano nella stessa stanza della persona interessata, curando sempre di mantenersi ad almeno 1 metro, praticare frequenti operazioni di igiene delle mani, lo smaltimento dei fazzolettini/materiali potenzialmente contenenti espettorati, la pulizia/disinfezione delle superfici della stanza e il ricambio dell’aria degli ambienti.

NELLE STRUTTURE SANITARIE

Il tema di come valutare il rischio per gli operatori delle strutture sanitarie trascende l’obiettivo di questo articolo, che ha invece lo scopo di informare e guidare i normali cittadini all’acquisto/utilizzo dei corretti dispositivi per proteggersi dal contagio dal coronovirus SARS-CoV2, responsabile del COVID-19.

Voglio però indicare cosa consiglia l’OMS per queste strutture, per permettere al lettore una propria valutazione differenziale rispetto alle situazioni che lo vedono coinvolto.

Individui con sintomi respiratori (pesanti, visto che sono ospedalizzati)

Questi individui devono:

  • Indossare una mascherina chirurgica durante l’attesa in triage o altro aree e durante il trasporto all’interno della struttura
  • Indossare una mascherina chirurgica quando si alloggia in aree dedicate casi sospetti o confermati
  • Non indossare una mascherina medica se isolati in stanze singole, dato che è necessario che si coprano bocca e il naso, quando devono tossire o starnutire, con fazzoletti di carta usa e getta.
Operatori sanitari

Le prescrizioni, qui si riportano unicamente quelle per la protezione delle vie respiratorie a scopo puramente informativo, sono:

  • Indossare una mascherina medica quando si entra in una stanza in cui sono pazienti con sospetto o confermato COVID-19 ammesso;
  • Usare un respiratore certificato per particolato di livello di protezione almeno pari a FFP2 (in base a UNI EN 149) ovvero N95 (in base a US National Institute for Occupational Safety and Health) quando si possono generare aerosol con procedure mediche, quali l’intubazione tracheale, la ventilazione non invasiva, la tracheotomia, la rianimazione cardiopolmonare, la ventilazione manuale prima dell’intubazione e la broncoscopia.

Gestione delle mascherine

Vediamo infine, se si indossano le mascherine chirurgiche, come utilizzarle e smaltirle in modo adeguato. Ricordiamo che questo è essenziale per garantire che siano efficaci e per evitare qualsiasi aumento di trasmissione del coronavirus.

Le informazioni sull’uso corretto del medico le maschere derivano da pratiche in ambito sanitario, e sono

  • Posizionare la maschera con cura, assicurandosi che copra la bocca e naso, e legarla in modo sicuro per ridurre al minimo eventuali spazi vuoti tra il viso e la maschera
  • Evitare di toccare la maschera mentre la si indossa
  • Rimuovere la maschera con la tecnica appropriata: evitare di toccare la parte anteriore della maschera ma prenderla da dietro
  • Dopo la rimozione o ogni volta che una maschera usata viene inavvertitamente toccata, lavare le mani secondo le indicazioni già viste in precedenza
  • Sostituire le maschere non appena diventano umide con una nuova maschera pulita e asciutta
  • Non riutilizzare le maschere monouso; lavare a 60°C quelle lavabili ,con detergenti normali (basta il calore a disattivare il virus) eventualmente aggiungendo un comune disinfettante, per poi riutilizzarle quando perfettamente asciutte
  • Eliminare le maschere monouso dopo ogni utilizzo, smaltendole immediatamente dopo la rimozione.

Non sono raccomandate maschere completamente in tessuto (ad es. cotone o garza) in quanto carenti dello strato idrorepellente e quindi che diventano velocemente umidificate.

In conclusione ci si augura di aver chiarito che – nelle normali situazioni non ospedaliere – le organizzazioni istituzionali, alla luce dei riscontri scientifici, consigliano di utilizzare le mascherine chirurgiche (e non i respiratori FFP2) per la protezione delle vie respiratorie contro il coronavirus COVID-19.

Quindi, se non devi

  • stare a stretto contatto (ossia entro 1 metro di distanza) con individui positivi al coronavirus o malati COVID-19 E
  • non stai praticando operazioni che possono provocare aerosol di goccioline respiratorie (quali intubazione tracheale, ventilazione non invasiva, tracheotomia, rianimazione cardiopolmonare, ventilazione manuale prima dell’intubazione e broncoscopia)

non occorre utilizzare respiratori con livelli di protezione FFP2 (N95) o superiori.

NON SPRECARE SOLDI PER PROTEZIONI INUTILI E – SOPRATTUTTO – NON PRIVARE DI QUESTI INDISPENSABILI PROTEZIONE  I MEDICI E I SANITARI IN PRIMA LINEA PER SALVARE LA VITA DI CHI E’ STATO CONTAGIATO.

Se ti fa stare più tranquillo perché vuoi proteggere te stesso e i tuoi cari oppure se sei in una delle condizioni di rischio viste in precedenza,  utilizza una SEMPLICE MASCHERINA!

Oltre a rimanere a casa, questo SARA’ UN ULTERIORE TUO CONTRIBUTO PER USCIRE DALLO STATO DI EMERGENZA E POTER TORNARE PRIMA ALLA NORMALITÀ’.

Se vuoi avere aggiornamenti sulla disponibilità di mascherine e altri respiratori per proteggerti dal COVID-19 (o coronavirus) VISITA LA PAGINA DEDICATA ALL’EMERGENZA di SAFEJOE.


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Giovanni Rissone

Giovanni è fondatore e Managing Partner di SJConsulting. Advisor in sostenibilità e executive. Ingegnere Chimico, Master in Business Administration, 6 sigma green belt.